L’Istituto Comprensivo “Giuseppe Catalfamo” ricorda nel giorno della sua morte, avvenuta il 22 febbraio 1989, l’insigne pedagogista di cui porta il nome e celebra il 30° anniversario della sua morte con l’organizzazione, nel mese di aprile, di una giornata di riflessione sul pensiero pedagogico del Maestro e sui valori di cui Egli era convinto assertore.
In tale occasione verrà presentato un annullo postale che riproduce l’effige del Catalfamo.
Giuseppe Catalfamo nato a Catania il 5 luglio 1921 muore a Messina il 22 febbraio 1989; la città e la scuola tutta perde uno degli intellettuali più illustri nel campo dell’educazione e della riflessione pedagogica ed uno dei massimi esponenti del “Personalismo Pedagogico”.
Docente ordinario presso il Magistero dell’Università di Messina, ove aveva vinto la cattedra nel 1962, a Lui è da attribuire il merito di aver promosso nell’ambito della stessa facoltà l’attivazione dell’Istituto di Pedagogia (1963) e di aver fondato, assieme a Mario Manno, la rivista “Prospettive Pedagogiche”, che aveva, fra l’altro, il compito di prendere parte al dibattito pedagogico nazionale e di aver promosso la pubblicazione di una serie di collane con le maggiori case editrici del settore.
Dai suoi numerosi scritti, di alto valore scientifico, emergono il suo Umanesimo e il suo Credo nella Pedagogia del “Personalismo storico”.
L’idea di “persona”, intesa come una monade le cui porte e le cui finestre sono aperte al mondo, nonostante le più radicali critiche da più parti mosse è riuscita non solo a sopravvivere, ma a radicarsi sempre di più. Ne è testimonianza tra l’altro la scelta culturale ed educativa dell’Istituto Comprensivo ”Giuseppe Catalfamo” che ha posto il valore di e la centralità della stessa come fulcro del processo educativo e dell’azione persona didattica quotidiana, ponendosi in continuità con quell’Idea dell’Educazione tesa verso la formazione integrale della persona.
Accanto a un Catalfamo “Pedagogista”, “Pensatore cattedratico” è possibile ritrovare un Catalfamo “confidenziale”, “popolare” che incarna la vocazione magistrale di Maestro insuperabile nell’arte del comunicare; un Catalfamo che affida la divulgazione delle sue idee alle pagine della Gazzetta del Sud, di cui è stato assiduo e prestigioso collaboratore dal 1974 al 1989, anno della sua morte.
Di quanto detto sono testimoni i numerosi articoli i quali affrontano i problemi dei giovani, della famiglia, della politica, della legalità e della lotta alla mafia; la sottintesa prospettiva educativa conduce il Catalfamo ad una particolare considerazione dei primi soggetti dell’educazione: i bambini e i giovani.